Tutto quello che devi sapere su cosa non fare con la spondilolistesi
Contenuti
1 # Cos’è la spondilolistesi
2# Quali sono i sintomi alla spina dorsale causati dalla spondilolistesi
3# Quali sono le cause della spondilolistesi
4# Quali sono le complicazioni della spondilolistesi vertebrale
5# Come viene effettuata la diagnosi di spondilolistesi
6# Quali trattamenti vengono adottati nella sindrome di spondilolistesi ed evitare il rischio di paralisi
7# Cosa fare e non fare con la spondilolistesi?
8# Come dormire con la spondilolistesi?
1# Cos’è la spondilolistesi
La spondilolistesi è lo scivolamento di una porzione o di tutto il segmento vertebrale rispetto al livello sottostante.
Esistono tre forme di scivolamenti vertebrali:
- Anterolistesi: la vertebra superiore scivola anteriormente rispetto a quella inferiore;
- Retrolistesi: la vertebra superiore scivola posteriormente rispetto alla vertebra inferiore;
- Laterale: traslazione laterale della vertebra sovrastante.
Può colpire diversi tratti della colonna (per esempio può avvenire a qualsiasi livello del rachide cervicale), anche se le regioni maggiormente interessate sono quelle comprese tra L4-L5 e L5-S1.
In condizione di normalità, lo spostamento in avanti di un corpo vertebrale è impedito principalmente dall’impegno dei suoi processi articolari con quello della vertebra sottostante.
Anche le inserzioni del disco intervertebrale e dei legamenti tra le vertebre controllano questo spostamento, ma in misura ridotta.
2# Quali sono i sintomi della spondilolistesi
La spondilolistesi viene di solito individuata casualmente durante un esame di accertamento radiografico successivo a traumi, come cadute presso il domicilio.
I primi sintomi che si possono sviluppare sono una lombalgia che si irradia posteriormente o al di sotto del ginocchio, con tensione ai muscoli posteriori della coscia e difficoltà nel piegarsi in avanti a ginocchia tese.
Anche il sollevamento della gamba (come per fare le scale) è molto limitato.
La stazione eretta tende a far peggiorare i sintomi.
Il quadro clinico varia dal grado di scivolamento della vertebra; un suo incremento può portare ad un’alterazione della postura, fino ai casi più gravi, che presentano sintomatologie severe ed invalidanti.
I segni e sintomi si presentano con:
-
- Dolore, che aumenta con il movimento verso tutte le direzioni, in particolare durante l’estensione della schiena (nelle anterolistesi) e con l’aumento del carico (ad esempio nel trasportare le borse della spesa);
- Irradiazione del dolore al gluteo e alla parte posteriore della coscia e gamba (formicolio, ridotta sensibilità ad una o più strutture dell’arto inferiore, bruciore, scosse elettriche, forte dolore da puntura, ecc.);
- Riduzione della mobilità generale della colonna vertebrale lombare e del bacino, con rallentamento dei movimenti nel tentativo di ritornare alla posizione eretta, dopo una seduta prolungata;
- Contratture e spasmi della muscolatura lombare, dorsale, dei muscoli della coscia, gamba e polpaccio;
- Possibile presenza di un “gradino o scalino” palpabile e visibile sulla colonna lombare;
- Alterazione della postura e della deambulazione, con possibile inclinazione laterale e/o frontale, determinato dal dolore percepito;
- Aumento dei sintomi alla palpazione dell’area interessata;
- Sindromi generalizzate di lombalgia e lombosciatalgia;
- Infossamento lombare, accompagnato in genere da una lordosi accentuata.
3# Quali sono le cause della spondilolistesi
Le cause più comuni sono date da:
- Displasia congenita:
Alcuni soggetti nascono con un un istmo non unito (pars interarticularis) e, col passare del tempo, iniziano a comparire i primi sintomi, che vengono confutati all’esame radiografico.
- Lesione istmica:
Alcune attività fisiche/sportive ripetute nel tempo, portano ad un’esagerazione della lordosi lombare, creando eccessivi stress negli istmi di due o più vertebre.
La conseguenza è una frattura da stress e la vertebra, che non ha più un forte sostegno, scivola anteriormente.
Si crea dunque una spondilolisi.
- Degenerativa:
L’aumento del carico anteriore da parte della vertebra superiore, crea un’eccessiva pressione sulla sottostante, che nel lungo termine, provoca una degenerazione prematura del disco.
La degenerazione discale può presentarsi anche in seguito ad un’instabilità dei segmenti ossei e delle faccette articolari.
Compare più frequentemente a livello delle vertebre L4-L5.
- Traumatica:
Traumi come cadute sul bacino e incidenti stradali provocano delle micro lesioni vertebrali, che non manifestano i classici sintomi della spondilolistesi.
Il dolore percepito al momento del trauma scompare poco dopo e non fa più la sua comparsa.
Molte professioni (come ad esempio lavori edili, traslochi, ecc.) creano dei micro traumi ripetuti che possono determinare l’insorgenza della patologia anche a distanza di anni dal trauma iniziale.
- Patologica:
Patologie che indeboliscono le strutture articolari (tumori, patologie sistemiche, artrite reumatoide, infezioni, ecc.).
- Post-chirurgica:
Può accadere che durante particolari interventi chirurgici vengano rimosse alcune strutture vertebrali (ciò dipende dal tipo di operazione e dal problema per il quale è stata presa la decisione di intervento spinale), portando ad una compromissione della stabilità ossea, che a sua volta, causa lo scivolamento vertebrale e la comparsa dei sintomi classici della spondilolistesi.
4# Quali sono le complicazioni della spondilolistesi vertebrale
Le complicazioni sono rappresentate dal tipo, dal grado e dall’angolo di scivolamento osseo (3):
- Grado 1: scivolamento vertebrale del 25%;
- Grado 2: 25-50%;
- Grado 3: 50-70%;
- Grado 4: 75-100%;
- Grado 5: maggiore del 100% (spondiloptosi e lussazione vertebrale).
Le complicazioni della patologia sono:
- Lesione dello strato più esterno del midollo spinale (lesione della dura madre);
- Pseudoartrosi;
- Deficit neurologici (alterazione/ perdita totale della sensibilità);
- Lesione delle radici nervose periferiche.
- Sindrome della cauda equina (paralisi neurologica con disturbi della diuresi e dell’alvo);
- Fallimento dell’intervento e dei mezzi di stabilizzazione vertebrale;
- Infezione;
- Embolia polmonare;
- Scivolamento progressivo e completo della vertebra;
- Lombalgia cronica;
- Paralisi neurologica con disturbi della diuresi e disabilità.
5# Come viene effettuata la diagnosi di spondilolistesi vertebrale
Gli esami strumentali più indicati per la diagnosi di spondilolisi e spondilolistesi sono:
Radiografia:
La proiezione laterale radiografica permette di osservare chiaramente la patologia vertebrale e aiuta a determinare il grado e l’angolo di scivolamento osseo.
La proiezione obliqua, invece, può evidenziare i difetti a carico dell’istmo e quindi la presenza di un’eventuale spondilolisi (segno della decapitazione del cagnolino) (4).
Un aggravamento dello scivolamento può essere valutato mediante radiografie a intervalli di sei mesi o prima, in caso di aumento dei sintomi.
Risonanza magnetica:
La risonanza magnetica fornisce informazioni importanti per:
- Individuare nuove o vecchie lesioni vertebrali;
- Valutare lo stato dei dischi intervertebrali e un’eventuale compressione sulle radici nervose;
- Individuare una riduzione (stenosi) del canale vertebrale;
Elettromiografia:
Nel caso in cui siano presenti sintomi di natura neurologica, un esame elettromiografico può valutare la compromissione e la sofferenza delle strutture nervose centrali e periferiche.
6# Quali trattamenti vengono adottati nella sindrome di spondilolistesi ed evitare il rischio di paralisi
Il trattamento della spondilolistesi viene definito in base ad alcuni fattori:
- Grado di scivolamento osseo;
- Presenza o assenza di sintomi;
- Frattura dell’istmo vertebrale (spondilolisi).
Durante la visita, il medico decide se iniziare dapprima una terapia conservativa, o se invece passare direttamente all’operazione chirurgica.
Il trattamento conservativo viene utilizzato nei pazienti che presentano una sindrome di spondilolistesi asintomatica, di 1° e 2° grado.
I metodi maggiormente usati sono:
- Riposo da qualsiasi attività lavorativa e sportiva;
- Farmaci antinfiammatori non steroidei – FANS;
- Infiltrazioni (cortisonici);
- Fisioterapia e riabilitazione.
Il trattamento chirurgico e’ indicato nei seguenti casi:
- I sintomi passano da uno stadio acuto a cronico (oltre i 3 mesi) e sono disabilitanti/invalidanti;
- Il dolore è in aumento, rispetto all’esordio dei sintomi;
- Il trattamento conservativo non ha garantito il giusto beneficio dopo 6 mesi;
- 3° grado di scivolamento osseo.
L’intervento chirurgico ha l’obiettivo di:
- Ridurre il dolore;
- Migliorare la qualità della vita del paziente;
- Correggere la deformità;
- Ridurre e risolvere i sintomi;
- Se coinvolta, ridurre la compressione sulla radice nervosa.
Durante l’operazione chirurgica, l’equipe medica decomprime la struttura vertebrale tramite una procedura definita laminectomia (rimozione della lamina della vertebra).
Successivamente, le vertebre interessate vengono stabilizzate tramite artrodesi ed incarceramento delle articolazioni intersomatiche.
Per i successivi 30 giorni, ti verrà richiesto di portare un busto steccato, per ridurre al minimo le sollecitazioni lombari.
7# Cosa fare e non fare con la spondilolistesi?
Nel caso in cui i sintomi siano già presenti, o si voglia tentare un approccio di tipo conservativo e quindi di prevenzione, il medico può consigliarti di cambiare lavoro e sport, con attività fisicamente meno impegnative.
Le principali attività da non fare per evitare che i sintomi possano peggiorare, comprendono tutti quegli sforzi in estensione lombare e cervicale.
Per esempio:
- Squat, gli stacchi, torsioni del busto, corsa, camminata in salita, nuoto a rana e a stile libero, attività che aumentano il carico sul tratto lombare.
- Lavori come idraulico, muratore, camionista, ecc.
- Posture scorrette a lavoro, al computer, a casa, ecc.
Le attività che invece sono consentite anche in presenza della spondilolistesi, sono quelle che sollecitano maggiormente la colonna vertebrale lombare e cervicale in flessione.
Per esempio:
- Attività sportive come nuoto (a dorso e stile libero), ciclismo, canoa, palestra (corsi di pilates, posture yoga in cui il corpo non si estende forzatamente), ecc.
- Lavori sedentari (prestando attenzione ad una corretta postura sulla sedia);
- Lavori che danno la possibilità di passare dalla stazione seduta, a stare in piedi per un tempo non eccessivamente lungo (operatore sanitario, medico, infermieri, ecc.):
8# Come dormire con la spondilolistesi?
Non esiste la posizione perfetta per dormire con la spondilolistesi.
Ciò dipende da molteplici fattori, ad esempio:
- Sintomi, grado di scivolamento della vertebra, ecc.;
- Tipologia di letto (materasso, divano letto, ecc.);
- Assunzione di farmaci;
- Presenza di spondilolisi.
La soluzione migliore è quella che ti procura una sensazione di maggior benessere, senza causare un aumento del dolore.
Le posizioni che puoi considerare anatomicamente “le migliori” sono:
1. La posizione fetale:
La posizione fetale su un lato ti permette di ottenere un maggior rilassamento dei muscoli della schiena e della cervicale.
E’ tra le posizioni più comunemente adottate in caso di dolore lombare provocato da ernie, protrusioni discali, ecc.
Metti tra le ginocchia un cuscino per allineare correttamente la colonna, il bacino e le cosce.
2. La posizione reclinata:
La posizione reclinata per dormire non è tra le più consigliate, in quanto, se la spondilolistesi presente è di tipo istmico, potresti accusare un aumento del dolore e dei sintomi.
Nel caso in cui, invece, avverti una sensazione di sollievo e i sintomi non si presentano, stabilisci il giusto grado di inclinazione in base al benessere avvertito.
Soprattutto se ti consente riposare adeguatamente.
3. A pancia in su, con un supporto sotto le ginocchia:
Dormire in posizione supina (sdraiati di schiena, a pancia in su),
potrebbe incrementare il dolore.
Ciò è causato da un’ iperestensione del collo e della schiena.
Metti quindi sotto le ginocchia e sotto il collo un cuscino o un asciugamano arrotolato, per dar modo alla tua schiena di rettilineizzare entrambe le curve (cioè quando il collo e la schiena aderiscono completamente al materasso, senza formare una zona “vuota”).
Anche un materasso eccessivamente morbido può venire in tuo favore e contribuisce ad appiattire sia la lordosi cervicale che lombare.
4. A pancia in giù, con un cuscino sotto la pancia:
Sdraiarsi a pancia in giù può dare giovamento alla colonna lombare, ma allo stesso tempo, comprimere eccessivamente la cervicale.
La testa viene ruotata lateralmente e pone in stress il collo, le spalle e le scapole.
Se dormire prono è l’unico modo per ottenere il giusto quantitativo di sonno, metti un cuscino tra il bacino e il basso ventre.
Usa inoltre un semplice cuscino a ciambella (come quelli utilizzati anche per i massaggi) o un asciugamano arrotolato, che copre la fronte e il viso, dandoti modo di respirare correttamente e di rilassare tutti i muscoli facciali.
5. La posizione di strisciamento da esercitazione militare:
La posizione consente di stare sdraiati a pancia in giù, evitando di sovraccaricare eccessivamente la cervicale e di mantenere rilassato il tratto lombare.
Sdraiati a pancia in giù con la testa voltata verso destra.
Con le braccia lungo i fianchi e i palmi delle mani rivolti verso l’alto, porta il braccio destro in alto, finché il gomito è piegato a 90 gradi e la mano è vicina alla testa.
Sposta il ginocchio destro verso l’esterno, piegato anch’esso intorno ai 90°.
Bibliografia
(1) J. Maheshwari and Mhaskar. Essential Orthopaedics Including Clinical Methods; Jaypee Brothers Medical Pub; 6°edition (January 1, 2019).
(4) Federico A. Grassi, Ugo E. Pazzaglia, Giorgio Pilato, Giovanni Zatti. Manuale di ortopedia e traumatologia; Elsevier; 2° edizione (1 dicembre 2012).